martedì 11 dicembre 2007

Il Mondo Nuovo

L'altro giorno il monaco Martin Merighi ha appeso le sue tesi sul portone di Palazzo D'Accursio.
Alcune frasi del Merighi ci sono rimaste impresse come scolpite nella pietra: "...dopo aver arato e fresato bisogna seminare o l'erba cattiva ricresce..".
"La stampa locale a Bologna come in tutte le città capoluogo (è) ripiegata a difendere i vecchi riti, le vecchie certezze, i vecchi patti."
"La società italiana è a fine corsa, in preda alla crisi materiale come alla percepibile e profonda crisi morale".
Infine Martin Merighi auspica una Riforma che promuova:
"Una vera e propria azione per la rigenerazione morale e materiale per la politica e il Paese (...) senza spazio alcuno, dunque, per la compromissione e l'ambiguità"

Le tesi di Martin Merighi, a differenza di quanto avvenne per il suo antenato Lutero mezzo millennio fa', non hanno particolarmente scosso le gerarchie nè gli animi dei semplici.
Gli unici a risentirsi sono stati alcuni scriba dei fogli locali che se la son legata al dito controdeducendo a mezzo stampa al monaco urbano, eccependo che se poi uno sta sulle balle a tutti una ragione deve pur esserci.