
Eh sì, ce l'abbiamo fatta.
Finalmente ci viene riconosciuto il primato che ci spetta: "Bologna non è quello che sembra", ammoniva Lucarelli.
Sotto quella patina paciosa si nasconde infatti una città torbida, nelle mani del crimine.
I suoi spaventati abitanti escono solo al tramonto, per pochi minuti: giusto il tempo di cercare di recarsi al bancomat sparando all'impazzata. Ai lati delle strade, dalle finestre socchiuse, sorridono beccamorti e operatori di pompe funebri pensando ai "lavori in legno" che li attendono al mattino dopo, mentre in lontananza corre l'eco delle esplosioni delle autobombe in Bolognina....
Primi dunque nella classifica delle città più pericolose e insicure, grazie al lavoro certosino fatto dal nostro Kill Bill Cofferazzi, che non si è mai risparmiato nel descrivere lo scenario di una metropoli in stile Chicago anni '30.
Purtroppo mantenere il primato sarà dura: la classifica del foglio confindustriale ci vede insidiati da vere e proprie capitali della paura, città in cui la parola legge è solo la terza persona del verbo leggere: Torino, Genova, Milano, Rimini (?), Firenze, Roma, la temibile Savona, seguite dalla depravata Pescara e dalla insidiosa e mortale Pavia.
Beati i fortunati di Forcella e i sonnacchiosi di Vibo Valentia, che con i pii e operosi cittadini

di Enna vivono nelle città del sole...
Solo una cosa ci pare strana: come mai in una città così emergenzialmente delinquenziale l'80% del dibattito pubblico riguarda l'ora dell'aperitivo (fungoni, dehors, birra dentro o birra fuori...)?
(nella foto in basso il consigliere Serafino D'onofrio mentre si reca a Palazzo d'Accursio per la consueta seduta del lunedì del Consiglio Comunale)