sabato 26 gennaio 2008

Modeste Menti

Che non fosse un genio lo si sapeva da un pezzo.
Ora che invecchia Pippo Berselli tende pure a ripetersi, come un caratterista suonato. La performance della mortadella offerta in via Gerusalemme ha il sapore stantio della vecchia barzelletta mediocre: non faceva ridere la prima figuriamoci le repliche.
Purtroppo il bersellismo è un germe che si tramanda anche alle più giovani generazioni, cancellando la speranza che tra i poztfasisti petroniani scaturisca qualche scintilla di sana e irreverente verve satirica.
Leggiamo dalle varie gazzette che una trentina di finiani guidati dal senatore Berselli e dal consigliere Bignami hanno attraversato il centro della città dispensando slogan del tipo:
"Un saluto, Romano"; "Grazie a dio sei stato Clemente"; "A casa miei Prodi". Pure al Bagaglino avrebbero fatto meglio. Caro Berselli, tanto valeva tornare ai classici:
Siamo trenta d'una sorte, e trentuno con la morte.
EIA, l'ultima! Alalà!
Siamo trenta su tre gusci, su tre tavole di ponte:
secco fegato, cuor duro, cuoia dure, dura fronte,
mani macchine armi pronte, e la morte a paro a paro........