martedì 22 gennaio 2008

Secondo Camillo

Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Romano disse: "In verità vi dico, uno di voi (e sono ottimista) mi tradirà, colui che mangia con me". Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: "Sono forse io?"
Ed egli disse loro: "Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto.
Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!"
Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo". Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: "Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio".
E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Romano disse loro: "Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.
Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea". Allora Walter gli disse: "Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò". Romano gli disse: "In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte". Ma egli, con grande insistenza, diceva: "Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò". Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.

Poi sappiamo com'è andata a finire....

(dedicata al cardinal Camillo Ruini)